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Green Deal e “case green”: più concretezza e meno rigidità per il futuro dell’edilizia

Il quotidiano La Provincia di Como dedica un approfondimento alla revisione della direttiva europea “Case Green” e al nuovo approccio introdotto dal Green Deal, pensato per coniugare sostenibilità ambientale e fattibilità concreta.

Simona Frigerio, fondatrice di Impresa Frigerio e coordinatrice nazionale della Filiera Edilizia di CdO, è intervenuta sull’argomento evidenziando l’importanza di evitare scadenze rigide che rischierebbero di penalizzare famiglie e imprese.

«Le osservazioni accolte – commenta – ci portano a non stabilire termini perentori per il salto di classe energetica, che avrebbero causato un grave danno patrimoniale alle famiglie italiane».

La nuova direttiva prevede:

  • Una riduzione dei consumi energetici degli edifici residenziali del 16% entro il 2030, e del 20-22% entro il 2035
  • Il 55% di questa riduzione dovrà avvenire attraverso la ristrutturazione del 43% degli immobili con le peggiori prestazioni
  • Tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere a emissioni zero dal 2030
  • Il traguardo finale rimane la decarbonizzazione completa entro il 2050

L’occasione per affrontare questi temi è stata l’incontro nazionale CdO Edilizia dello scorso aprile, moderato proprio da Simona Frigerio, che ha dialogato con l’europarlamentare Massimiliano Salini, membro delle commissioni europee per ambiente, energia e industria.

Secondo la normativa, gli Stati membri dovranno recepire la direttiva entro il 29 maggio 2026, elaborando un piano nazionale di ristrutturazione degli edifici pubblici e privati, residenziali e non residenziali.

«Sarà fondamentale – conclude Frigerio – garantire un percorso serio e sostenibile, in grado di coinvolgere imprese, famiglie ed enti pubblici, per riqualificare nei prossimi anni oltre 5 milioni di edifici privati e più di 500 mila immobili pubblici».

 

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